Coltivare il Territorio
Impatti, ingaggi, co-creazione, cura dell’altro
Intenso confronto tra opinion leader del settore agroalimentare e futuri gastronomi nell’ambito degli incontri di marketing di Scienze Gastronomiche ad UNICAM.
Tema dell’incontro i nuovi bisogni del settore agroalimentare, le implicazioni territoriali, le storie di successo nella ricerca di soluzioni ispirate al benessere dell’individuo, della collettività e dell’ambiente.
Storie associative e storie d’impresa che raccontano la quotidianità in un settore, quello agroalimentare, sempre più connesso con dimensioni apparentemente lontane quali la tecnologia, l’etica, i processi di soluzione al posto dei processi solo orientati al prodotto.
Andrea Passacantando, Presidente di Copagri Marche, lancia questo input: “smetterla di coltivare la terra, ma coltivare il territorio”. Passacantando ha spiegato agli studenti che questo slogan si declina nell’aumento delle competenze e dei servizi richiesti al mondo associativo. Nella società della rapidità e del cambiamento, anche le aziende agricole hanno necessità di risposte chiare, rapide e competenti. Questo è il motivo per cui l’ambito d’azione di Copagri si è molto ampliato negli ultimi anni passando gradualmente a sviluppare azioni che toccano la tecnologia, l’internazionalizzazione e la multifunzionalità in agricoltura.
Stefano Isidori racconta il suo percorso: oggi Presidente di AIS Marche e professore all’istituto alberghiero di Sant’Elpidio a Mare. Fin da bambino aiutava la sua famiglia nei lavori agricoli, già aveva a che fare con il vino. Una volta tornato dalla scuola militare, nel 1998 si avvicinò al mondo AIS.
Isidori sottolinea che con il passare degli anni è cresciuta sempre di più la cultura e l’interesse per il mondo del vino e di conseguenza si è palesata la necessità da parte dei produttori di migliorare le tecniche di produzione e il prodotto stesso. Questo ha fatto si che anche da parte dei consumatori e di un mondo molto vasto ci fosse la voglia e l’aspettativa di intraprendere percorsi di conoscenza più approfonditi e questo ha fatto si che l’Associazione Italiana Sommelier conti oggi oltre quarantamila associati.
Stefano ha voluto fare un po’ di chiarezza sulle nuove correnti “ideologiche” che ruotano attorno al mondo del vino: piwi, biodinamici, biologici, vegani, spiegando anche che oggi il mercato si sta segmentando sempre di più ed è necessario che le aziende vitivinicole siano al passo con i tempi.
Ultimo ospite, Nicola Fabrizi, titolare di Fabrizi Family, che negli ultimi anni ha sviluppato un modello di business che si è affermato nel mondo della selezione e del commercio delle produzioni agroalimentari cosiddette di nicchia. Anche lui aiutava nell’azienda familiare fin da piccolo, la stessa che poi ha rimodulato e sviluppato a sua misura. Fabrizi Family è nata inizialmente come selezionatrice di prodotti di eccellenza e rivenditrice. In un secondo momento Nicola ha deciso di iniziare a produrre secondo le sue competenze e convinzioni.
Fabrizi ha anche condiviso con gli studenti la storia di uno dei suoi ultimi prodotti: una bollicina secca ottenuta da visciole. Attraverso l’esempio di questa produzione Nicola ha spiegato ai futuri gastronomi la strategia di ingresso e penetrazione sul mercato di un prodotto nuovo, come creare la domanda allo scopo di ottenere una riconoscibilità del marchio e come una produzione altamente territoriale può essere apprezzata anche dall’altra parte del mondo.
Molte le riflessioni scaturite da queste testimonianze, che hanno stimolato gli studenti a riflettere su cosa significa essere “al passo con i tempi”, cosa vuol dire responsabilità, il rapporto tra nuove tendenze e tradizioni culturali di un certo territorio. Le tradizioni cambiano tra paesi, regioni, province e comuni ed il confronto è l’attivatore del valore di queste diversità e distintività. C’è posto per nuovi prodotti? Si, se e quando si è capaci di “incontra” e “coltivare” le aspettative ed i bisogni dell’altro, quello che una volta era solo… il mercato!